I tre fenomeni di un'epica Milano-Sanremo

A Cosimo Piovasco di Rondò le lumache non andavano proprio giù, per questo decise di andare a vivere sugli alberi, in fuga dal vivere sociale comunemente accettato ma restando sempre vicino, anzi forse molto più vicino, solo in apparenza paradossalmente, alle persone. E si innamorò di Viola perché solo così “Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s'era mai saputo”. Anche a “Cosimo” Tadej Pogacar, “Barone rampante” del ciclismo contemporaneo, non piacciono le lumache ma intese semplicemente come simbolo di lentezza. Lo sloveno sembra essere a proprio agio completamente solo in fuga, non per spocchia o presunzione, ma per natura. Forse gli piace avere quella stessa distanza, osservare cose, persone e paesaggi in distacco, spesso siderale. E anche lui prova un amore, sconfinato. Per la Milano-Sanremo, la corsa che fortissimamente vuole, come se gli servisse per sapersi, definitivamente . Del resto, è l’amore che ci conduce talvolta a fare cose un po’ pazze, fuori degli schemi. Come scattare a 100 km dal traguardo per una maglia iridata, come accendere la Classicissima sulla Cipressa e poi provare a scattare in faccia una, due-tre-quattro-cinque volte a van der Poel, nel quasi disperato tentativo di scrollarsi di dosso l’avversario più temuto. “Nel fantasticare, riusciva a non figurarsi dove quelle cose sarebbero successe, se sulla Terra o lassù dov'era ora: un luogo senza luogo, immaginava, come un mondo cui s'arriva andando in su, non in giù. Ecco: forse c'era un albero così alto che salendo toccasse un altro mondo, la luna”. Il Barone rampante contro l’Olandese volante, perdonateci citazioni esagerate, accostamenti letterari che potrebbero fare impallidire fior di intellettuali ma, occorre ribadirlo, per raccontare questa età dell’oro la retorica è quasi una necessità. Serve ogni guizzo possibile per dare pienamente l’idea dell’epica che questi fenomeni stanno mettendo nel ciclismo, giorno dopo giorno, corsa dopo corsa, chilometro dopo chilometro, record dopo record . Van der Poel è rimasto lì, attaccato a Pogi, anzi gli ha restituito attacchi e accelerate. Proprio come il vascello fantasma, ma a differenza del mitologico Olandese volante VdP la meta precisa ce l’ha. Si chiama vittoria, in qualsiasi terreno, dal fango al pavé, dai Muri fiamminghi agli strappi della Riviera ligure. C’è stato un momento, sul Poggio, in cui i due si sono detti qualcosa, un breve dialogo da Guerre Stellari in cui però non ci sono buoni e malvagi, ma solo cavalieri Jedi. Altra bellezza del ciclismo: si può tifare per uno o per l’altro, ma l’ammirazione è identica, sincera, spontanea. In mezzo, meraviglioso terzo incomodo, Filippo Ganna. L’azzurro della Ineos-Grenadiers, secondo come nel 2023 e di nuovo dietro van der Poel. Ma questa Milano-Sanremo l’ha corsa persino meglio di due anni fa. L’unico a resistere agli altri due fenomeni. Con la capacità di riprenderli, sulla Cipressa e dopo il Poggio, non rispondendo agli scatti brucianti ma con una progressione fenomenale. La migliore prova di un italiano da Nibali che vinse la Sanremo 2018. E che ha reso ancora più memorabile questa edizione. Nell’albo d’oro resta VdP, ma il ciclismo non è lo sport in cui “There’s no second”, c’è un podio e quella seconda posizione Ganna deve tenersela stretta quanto una vittoria. Potrà apparire consolatorio ma non è così, Filippo con la sua squadra ha corso in modo perfetto, la sua forma fisica non è mai stata così smagliante per le prove su strada. E questo è un ottimo segnale in vista delle prossime battaglie, su tutte la Parigi-Roubaix. Se ha questa condizione, Top Ganna sul pavé può farci sognare come ha fatto fino all’ultimo in via Roma. Siamo anche sicuri che Pogacar ci riproverà ancora, sulla Cipressa sul Poggio o chissà dove. Come la sua compagna di squadra alla UEA Emirates, Elisa Longo Borghini, scattata nella Sanremo Women alla fine della discesa del Poggio, ai -2km, e ripresa a 150 metri dall’arrivo. Ha vinto anche qui un’olandese, Lorena Wiebes. Longo Borghini però, a fine corsa, lo ha promesso: “La prossima volta non mi riprenderanno”. È anche, ne siamo sicuri, il pensiero di Tadej. Torniamo alle prossime battaglie. Pogacar alla Roubaix sarebbe puro godimento, con VdP, Ganna e gli altri. La stagione è iniziata lasciandoci negli occhi stupore, meraviglia e soprattutto il desiderio di vedere altre corse entusiasmanti ed epiche come la Milano-Sanremo 2025. Anche se, una gara così, non si vedeva da anni. Ma questa età dell’oro ci ha abituato talmente bene che siamo fiduciosi: ne vedremo delle splendide. Tra baroni rampanti, olandesi volanti, belgi indiavolati e anche, lo diciamo quasi sottovoce, qualche grande speranza azzurra.

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